La Magia Nera è un’insieme di riti magici ampiamente diffusi e contrapposti alla magia bianca. Sia che si tratti di magia nera o di magia bianca il mago opera a contatto con entità spirituali al fine di conseguire uno determinato scopo.
Possiamo, in ogni caso riassumere che nessuna magia, di per sé, è buona o cattiva, bianca o nera: perché è la finalità che si vuole ottenere che determina il rituale magico.
Il colore nero solitamente indica la magia “cattiva” perché richiama l’oscurità, in contrasto con il “bianco” che è tradizionalmente legato alla luce.
Un’altra differenza fondamentale risiede nell’uso che si vuole fare delle entità spirituali richiamate. Il “mago nero” cerca di sottomettere al proprio volere queste entità, specie di natura demoniaca, le vuole controllare, manipolare. Il “mago bianco”, al contrario, opera in armonia con esse.
Origini della magia nera
La magia nera deve le sue antiche radici alla cosiddetta Hýbris greca.
La Hýbris è un tipico evento della tragedia e della letteratura greca. Questa compare nella “Poetica” di Aristotele, che è il più antico trattato sulle tre principali componenti dell’arte antica: la tragedia, l’epica e la commedia. Il termine letteralmente significa “tracotanza”, “eccesso”, “superbia”.
La Hýbris, nella tragedia greca, è un evento accaduto nel passato che è destinato ad avere ripercussioni drammatiche nel presente. È una “colpa” di cui il personaggio si macchia perché con superbia ha violato le leggi divine immutabili. A causa di questa sua scelleratezza, il colpevole di Hýbris verrà giustamente punito dagli dèi con la némesis.
Da tutto questo si deduce che il mago nero è un uomo che si macchia di Hybris, perchè con tracotanza aspira a conoscenze superiori alle quali un semplice umano non ha il permesso di accedere. Quindi di conseguenza la magia nera mira a sovvertire le leggi non scritte di armonia universale da sempre immutabili.
Chi pratica la magia nera formule, vuole acquisire un potere sugli altri e per fare questo non esita a cercare accordi con il maligno, corrompendo in tal modo il proprio animo e la propria natura umana.